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PIETRUCCIO MONTALBETTI | L'INCONTRO CON LUCIO BATTISTI

Aggiornamento: 28 set 2019


Pietruccio Montalbetti: "Battisti l'abbiamo incontrato quando stavamo facendo il secondo provino per entrare alla Ricordi; ne avevamo fatto uno con canzoni dei Beatles, erano rimasti impressionati favorevolmente e ci avevano detto di realizzarne subito un altro. La Ricordi a Milano aveva uno studio di registrazione che era un pò singolare: era il teatro-cinema di un oratorio, in Via dei Cinquecento, un grande locale dove di domenica facevano i film e durante la settimana invece toglievano le sedie e diventava uno studio di registrazione.


Quando arrivammo per fare questo secondo provino trovammo già nello studio un tizio che suonava il pianoforte, in questo salone enorme, completamente vuoto, senza poltrone. Mi ricordo che stava suonando Georgia di Ray Charles. Ci siamo presentati, lui si chiamava Lucio Battisti, aveva già sentito parlare di noi e ci disse che era un autore e che stava facendo dei provini per presentare delle canzoni. Così diventammo amici e spesso capitava di tornare a casa insieme venendo via dalla Ricordi; io abitavo in Via Stendhal e lui in un monolocale a Via dei Gelsomini, e lo accompagnavamo spesso con la mia cinquecento.


A lui piacevano molto le nostre serate, noi facevamo un classico repertorio beat, con pezzi dei Rolling Stones, dei Beatles, facevamo le stesse cose che facevano tutti i gruppi italiani che incominciavano a suonare, e lui in questo modo entrava in contatto con una musica totalmente diversa da quella che suonava, come chitarrista, con i Campioni, che erano praticamente un'orchestra, con tanto di divisa con giacca rossa. Così quando si presentò l'occasione di registrare il primo singolo ci chiese se gli facevamo Se rimani con me, e a noi andava benissimo, perchè lui ci stava molto simpatico, ci piaceva come persona ed era un tipo molto divertente.


Ci seguì anche in sala, ed è stato proprio seguendo il nostro lavoro che Lucio si è fatto poi una grande esperienza di studio di registrazione. Capì subito come funzionava il lavoro in sala, era molto dotato in questo. Il disco andò bene, soprattutto grazie a 1.2.3., il lato A, che avevo trovato io ascoltando la versione originale di Len Barry. Vendemmo 70.000 copie e Lucio con i primi rendiconti di diritti d'autore si comprò la macchina".


(Da "Pensieri e parole" di Luciano Ceri)

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