Nel settembre del 1972 viene pianificato il nuovo album di Lucio, riconfermando, per la registrazione, il Fonorama di Carlo Alberto Rossi. Al momento di iniziare le session ci si accorge però che lo studio A, quello principale, è già stato prenotato dalla Premiata Forneria Marconi per il loro secondo album, seguito del fortunato Storia di un minuto. I responsabili della Numero Uno temono che la disputa su chi possa usufruire dello studio A ingeneri attriti tra Lucio e i ragazzi della Premiata Forneria Marconi (peraltro suoi amici). Tra la sorpresa generale, sarà proprio Lucio a ripiegare sullo studio B, più piccolo (caratteristica questa sempre prediletta dal musicista), ma più avanzato tecnologicamente.
Durante le registrazioni che porteranno a Il mio canto libero Battisti impiegherà un gran numero di musicisti, con una dilatazione dei tempi inusuale per i suoi standard. Per le parti di tastiera viene convocato Gabriele Lorenzi della Formula 3, all'Hammond in quasi tutto l'album. La ritmica è formata da Gianni Dall'Aglio e da un giovane bassista, Guido Guglielminetti, proveniente dal Patrick Samson Set, in cui militavano anche Umberto Tozzi ed Euro Cristiani, entrati a far parte della Numero Uno grazie a Clauio Fabi. Alle chitarre viene confermato Massimo Luca, che in questo disco gode di una maggiore libertà interpretativa (è tra i primi in Italia ad utilizzare regolarmente le Martin). Come al solito è presente in sala Mario Lavezzi che suona alcune parti di chitarra sia elettrica sia acustica, nonchè diversi tipi di percussione. Altri musicisti impiegati sono il percussionista di origini sarde Reginaldo Ettore e Pierluigi Mucciolo, uno dei trombonisti più attivi nell'area milanese.
Ne La luce dell'est suona l'ex bassista dei Ribelli Angel Salvador, mentre Toni Cicco è il batterista in Vento nel vento, ove Battisti al pianoforte duetta con Lorenzi all'organo. Ne L'aquila (registrata da Bruno Lauzi l'anno prima) Battisti suona da solo. Inoltre, poichè Alberto Radius suona la chitarra elettrica in Confusione, questo è l'unico disco di Lucio in cui sono presenti tutti i componenti della Formula 3, anche se in nessun brano suonano contemporaneamente. Gente per bene e gente per male è registrata con i Flora Fauna Cemento, anche se è assente Sergio Poggi, batterista del gruppo e grande amico di Lucio e Grazia. A suonare infatti sono Bruno Longhi (che da poco ha sostituito Damiano Dattoli al basso) e Mario Lavezzi con Mara Cubeddu e Barbara Michelin al canto. Fondamentale il ruolo di Gian Piero Reverberi, al pianoforte, organo e minimoog. Reverberi è inoltre l'arrangiatore delle parti orchestrali, delle sezioni dei fiati e dei cori.
Luci-ah è la canzone che impegna maggiormente Lucio e i suoi: dopo una prima versione realizzata con alcuni musicisti della Premiata Forneria Marconi impegnati nello stesso studio di registrazione, Battisti convoca in studio il pianista Vince Tempera. Le prime takes con Tempera vedono alla batteria Euro Cristiani, sostituito da Franz Di Cioccio e infine da Gianni Dall'Aglio. Soddisfatto dal drumming dell'ex Ribelli, Battisti continua a far ripetere a Vince Tempera la sua parte di pianoforte criticandone pesantemente il sound. Il pianista, vessato dai continui giudizi negativi rivoltigli, un pomeriggio decide di abbandonare le sedute di registrazione, lasciando Lucio senza il musicista basilare ai fini dell'ottima riuscita del brano. La versione definitiva di Luci-ah sarà così quella con Gianni Dall'Aglio alla batteria, con Battisti che utilizza materiale inciso da Vince Tempera che non verrà accreditato sul disco. Sempre non indicati in copertina intervengono altri coristi, probabilmente provenienti o facenti parte dei Musical di Dino Comolli; il coro di Luci-ah.
(Tratto da "DISCOGRAFIA MONDIALE DI LUCIO BATTISTI" di Michele Neri)
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