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LUCIO BATTISTI | PENSIERI E PAROLE Discografia commentata di Luciano Ceri


Il nuovo singolo di Battisti viene direttamente presentato in televisione, nel corso di una memorabile apparizione nel maggio del 1971 alla trasmissione Teatro 10, durante la quale, in un montaggio molto riuscito, Battisti era affiancato in studio da un filmato pre-registrato nel quale Battisti stesso interpretava la seconda voce narrante, così come prevedeva la costruzione sonora della canzone. Immediata la conquista del primo posto in una classifica che sarà monopolizzata, quell'estate del 1971, dalla firma Battisti-Mogol che conquisterà tre numeri uno (oltre a Battisti, Mina) e che per molte settimane stazionerà tra i primi dieci posti con le canzoni per la Formula 3, Bruno Lauzi e i Dik Dik. Un formidabile en plein che non aveva precedenti nella storia della nostra canzone, con un totale di 19 settimane al primo posto in hit-parade in tutto l'anno, tra canzoni di Battisti, Mina e Bruno Lauzi, che fu primo a novembre.

Pensieri e parole si apre con una lunga strofa quasi elegiaca che si distende poi in un inciso di grande efficacia, nel corso del quale il canto si dispiega e acquista profondità grazie anche ad un indovinatissimo controcanto giocato tutto sulle note alte. Nella strofa il testo di Mogol assume sembianze criptiche, ma le immagini che evoca (o che nasconde) si susseguono in maniera molto equilibrata, senza troppi accavallamenti, sospendendo la vicenda narrata nella dimensione tipica del ricordo, tra luci ed ombre, sottolineata ancora di più all'inizio della canzone, quando la voce di Battisti, filtrata attraverso un effetto di phasing, sembra spuntare fuori da un sogno, quasi a voler rendere musicalmente il classico effetto flou del cinema, usato per ambientare una rievocazione onirica.

Con Pensieri e parole Mogol inizia un percorso narrativo attraverso il quale attingerà sempre di più alla sua autobiografia, con particolare riferimento all'infanzia, all'adolescenza ed alla prima giovinezza, e i luoghi evocati nelle sue canzoni spesso sono i luoghi nei quali si svolgeva realmente la sua esistenza: la ferrovia citata nel testo di Pensieri e parole, ad esempio, è la ferrovia che correva alla fine di via Celeste Clericetti a Milano, la via dove Mogol abitava durante la sua infanzia, vicino alla stazione di Lambrate. Questo riannodare i fili della memoria lo porterà a scrivere una serie di testi spesso liberi dai vincoli spazio-temporali all'interno dei quali situare le vicende narrate nelle canzoni, con il risultato di offrire al canto di Battisti una serie di immagini molto evocative, partecipate e ricche di intensità, oltre che di qualità poetica.


Mogol: "Pensieri e parole racconta di un mio viaggio in Inghilterra quando avevo diciotto anni e dell'incontro con una ragazza, Sharon, con cui ho passato uno dei momenti più belli della mia vita ma che mi ha dovuto lasciare perché io ero cattolico e lei ebrea. Ero ospite pagante di una famiglia ebraica, il cui capofamiglia mi voleva bene, provava molta tenerezza nei miei confronti fino al punto di portarmi in un loro circolo, facendomi passare per un ebreo. Lì trovai una fidanzata e molti amici. Successivamente, in occasione di una famosa festività ebraica che non conoscevo, tradii le mie vere origini religiose con una domanda sbagliata. Da quel momento mi ritrovai senza amici e senza fidanzata [...] Questa è una canzone molto significativa nella mia produzione e contiene tanti punti salienti della mia vita, fino alla separazione da mia moglie, che fu traumatica. Avvenne nel 1971, un periodo in cui le separazioni erano viste come un fatto drammatico, specialmente quando venivano coinvolti anche i figli. Emerge il mio grande dolore causato dall'incomunicabilità che c'era tra di noi; c'era l'affetto, ma non riuscivamo più a comunicare. Credo che sia anche uno dei testi più evocativi, da questo punto di vista, dal quale esce molto del mio passato, quasi un'ampia descrizione di un mondo vissuto in contrapposizione agli stili di vita del momento".

Maurizio Vandelli: "Su Pensieri e parole quell'effetto tipo phasing sulla voce di Lucio l'ho realizzato io, nello studiolo sotto gli uffici della Ricordi in via Berchet e non è un effetto ottenuto filtrando la voce nel Leslie dell'organo Hammond. Lucio aveva cercato di ottenere quell'effetto con il tecnico Valter Patergnani, e praticamente bisognava creare uno sfasamento della stessa frequenza, ma non c'erano ancora i pedali o gli effetti elettronici per farlo, e bisognava realizzarlo manualmente. Si poteva fare, anche se non so spiegarlo di preciso con termini tecnici, utilizzando due registratori che riproducevano la stessa traccia sonora e che partivano dallo stesso punto, e poi uno dei due veniva leggermente rallentato a mano, per poi fargli riprendere la velocità giusta e allora si rallentava l'altro, e così via fino a che non veniva fuori l'effetto phasing, ed era l'unica maniera che io conoscessi per ottenere quel tipo di suono. Quando il lavoro fu terminato io dissi a Lucio: "Guarda che è venuto benissimo, però ho rallentato un po' troppo il nastro, e in effetti la voce è un po' stonata, non dico di una quarto di tono sotto ma di un ottavo si". Infatti se ascoltate con attenzione quando parte la voce filtrata vi accorgerete che è quasi un'altra tonalità, rispetto alla voce principale, ma era quello l'effetto che cercavamo e Lucio ne fu molto contento".


(Luciano Ceri "Pensieri e parole, Lucio Battisti una discografia commentata" Edizione 2008)



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