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MASSIMO LUCA | UMANAMENTE UOMO: IL SOGNO

Aggiornamento: 11 apr 2022


Massimo Luca: "Angel Salvador, il bassista dei Ribelli, è stata la chiave di volta della mia collaborazione con Battisti, e in questo senso a lui devo moltissimo.

Qualche tempo dopo l'incisione di L'aquila, Lucio, che doveva registrare il nuovo disco, chiese ad Angel, con il quale aveva grande confidenza, se gli poteva suggerire il nome di un buon chitarrista, che ci sapesse fare con le chitarre acustiche. Angel ed io in quel periodo ci stavamo frequentando perchè lui e Gianni Dall'Aglio stavano cercando di rifondare i Ribelli, ed io sarei dovuto subentrare al posto di Giorgio Benacchio, il loro chitarrista che aveva a quel tempo dei problemi, non ricordo se familiari o di lavoro, visto che aveva intrapreso un'altra attività; per cui con Angel e Gianni ci vedevamo spesso per provare.

Angel parlò benissimo di me a Lucio ed infatti una sera, mentre ero a casa con mia madre, squillò il telefono, mia madre rispose e poi mi fece: "C'è un certo Lucio che ti vuole parlare" Io presi il ricevitore e sentii una voce che diceva: "Sono Lucio Battisti". Confesso che rimasi un pò senza parole, perchè veramente non me lo aspettavo, ma poi cominciammo a parlare e mi chiese se ero disponibile a partecipare alle registrazioni del nuovo disco, che si sarebbe poi intitolato Umanamente uomo: il sogno.


Registrammo agli studi della Fonorama, a via Barletta, con Gaetano Ria come tecnico del suono. Battisti aveva un modo di lavorare molto semplice: alla mattina arrivava presto, verso le nove e mezzo, ci faceva sentire il pezzo che avremmo dovuto registrare quel giorno, solo voce e chitarra, ed era in quell'occasione che tutti noi sentivamo per la prima volta la canzone. Successivamente ci chiedeva di andargli dietro, se non aveva delle idee precise sulle parti che dovevamo fare, e in questo modo ognuno di noi dava il suo apporto collaborativo. Non eravamo cioè dei semplici esecutori e forse siamo stati la prima generazione di musicisti di studio creativi, nel senso che collaboravamo con lui, perchè non c'erano parti scritte e in definitiva non eravamo dei puri e semplici orchestrali.

Dopo averci fatto sentire un paio di volte I giardini di marzo, si presentò il problema di trovare una piccola introduzione alla canzone. Mi ricordo che disse che voleva qualcosa di mediterraneo, e aveva già in testa una frase simile a quella che poi risulta sul disco, ma anche io gli diedi una mano a definire la linea melodica del riff, che suonai io, sovrapponendo poi una 12 corde ad imitazione di un mandolino, una specie di ribattuto che suonavo sui cantini.


A Lucio piaceva molto il suono della mia Martin, e devo dire che questo mi consolò parecchio, perchè in realtà avevo trovato molte difficoltà ad introdurre quello strumento negli studi di registrazione italiani e fui tra i primi a farlo, insieme forse ai Fratelli La Bionda e a Giorgio La Neve. Io venivo da una lunga passione per James Taylor e per la West Coast in generale, per cui amavo quel suono, ma i tecnici degli studi italiani non lo conoscevano a fondo, a livello di frequenza sonora, in altre parole non sapevano bene come equalizzarlo, perchè erano abituati soprattutto alla chitarra con le corde in nylon, e mi dicevano addirittura di cambiar chitarra perchè aveva un suono troppo secco. Invece finalmente con Lucio ci fu l'introduzione della Martin, la mia D35S, che lui apprezzò molto e ne fece grande uso, ed ero contento anche per questa ragione, perchè finalmente avevo rotto il ghiaccio e avevo introdotto questo suono che fino a quel momento era stato abbastanza osteggiato.

Su Innocenti evasioni proposi l'uso della chitarra con il wah-wah, che suono sempre io con la mia Gibson 335, e quello fu un apporto collaborativo molto importante perchè divenne la caratteristica sonora dell'inciso. Lucio stava cercando un colore particolare di chitarra, così io provai varie soluzioni fino a che non venne fuori il wah-wah, e a quel punto lui ebbe una reazione un pò brusca, mi disse che ero il solito americano e che dovevo cercare un'altro effetto. Poi però riascoltando in regia quello che avevamo registrato mi accorsi che aveva tenuto proprio la parte con la chitarra con il wah-wah, che alla fine gli era piaciuta.

La prerogativa di Lucio, che era anche parte della sua grandezza, consisteva proprio nel fatto che non era un regolare, un ortodosso, non prendeva delle cose già fatte replicandole, ma gli piaceva provare, sperimentare e in questo senso non ha mai fatto riferimenti precisi ad altri dischi dicendo: "Voglio quel suono, voglio quel tipo di ritmica".

La chitarra acustica all'inizio di Innocenti evasioni è sua, lo si capisce perchè lui era un pò irregolare nel tocco, ma in certi casi questa irregolarità di tocco dava un colore particolare al pezzo, lo arricchiva di una tensione che derivava dalla sua grande personalità musicale. L'idea ritmica di Il leone e la gallina ad esempio è esclusivamente sua, lui partì in prima battuta con la chitarra su quella figura ritmica, e poi io mi accodai, limitandomi a suonarci sopra per dare più corpo al suono della sua chitarra. Siamo sempre noi due a suonare su Comunque bella, mentre E penso a te la fece da solo con il pianoforte, fino all'ingresso del gruppo".


(Tratto da "Pensieri e parole" di Luciano Ceri, 1996)


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