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LUCIO BATTISTI | ANIMA LATINA Discografia Mondiale di Michele Neri


Dopo aver registrato Il nostro caro angelo, con un novero limitato di musicisti, Lucio riunisce un nuovo gruppo di lavoro per registrare i brani composti sulla scorta di un viaggio in Sudamerica. Sia Dall'Aglio sia Callero vengono confermati, ma entrambi devono sottostare a impegni precedentemente assunti: il batterista è impegnato con Il Volo (che ha da poco pubblicato il primo album), mentre Bob Callero, che fa parte del complesso Duello Madre, intende esplorare altri generi musicali. Battisti li convoca ugualmente, ma affidandosi anche a dei sostituti: su consiglio di Callero chiama infatti Francesco Lo Previte, batterista dei Duello Madre e prima ancora dei Circus 2000, gruppo della cantante Silvana Aliotta, mentre, per supplire a eventuali assenze dello stesso Callero, Battisti convoca Ares Tavolazzi, da poco con gli Area.

Per le parti di chitarra viene confermato Massimo Luca: il chitarrista assume qui un ruolo preponderante, visto lo scarso interesse di Lucio per la chitarra acustica in quel periodo (la sua attenzione era rivolta principalmente alle tastiere e ad un uso innovativo della chitarra elettrica). Inoltre, considerando praticamente conclusa la sua collaborazione con Gian Piero Reverberi, sempre su indicazione di Callero, Battisti chiama in studio Claudio Maioli, pianista proveniente da un complesso jazz di cui fa parte anche Luciano Milanese (successivamente con Francesco Lo Previte nei Nova di Corrado Rustici).

A fine maggio partono quindi da Genova con il furgone dei Duello Madre, Maioli e Lo Previte, seguiti da Callero con la sua inseparabile moto Laverda. Questo furgone verrà in seguito "requisito" da Lucio per il trasporto di alcuni mobili in vimini da lui comprati per arredare i locali del Mulino.

Composta l'equipe che dovrà lavorare sulle basi del disco, Battisti organizza un pranzo di benvenuto. Il giorno successivo (probabilmente martedì 4 giugno 1974) iniziano le prove, che si protrarranno per due settimane e che saranno effettuate da un quintetto formato da Lucio, Massimo Luca, Maioli, Callero e Lo Previte, cui si aggiungeranno Dall'Aglio e Tavolazzi. Il batterista è letteralmente "costretto" da Lucio a liberarsi dagli impegni assunti, giacché il musicista reatino gradisce poco l'approccio jazzistico di Lo Previte, cui saranno affidate solo parti di percussioni (in larga parte suonate comunque da Dall'Aglio). Tavolazzi invece abbandonerà quasi subito le registrazioni sia perché Callero risulta pressoché sempre libero da obblighi, sia perché lo strumentista si sentirebbe "frenato" dall'ovvia confusione dei primi giorni di prove e di registrazione.

Al Mulino intanto procedono i lavori per costruire una sala di registrazione interna al casolare, dal momento che Carlo Alberto Rossi ha ceduto da poco alla Ricordi (che fino ad allora aveva utilizzato la sala di via dei Cinquecento) gli studi Fonorama di via Barletta, lasciando i musicisti Numero Uno privi dello studio più utilizzato. A causa dei forti ritardi nell'istallazione della consolle nel Mulino, dopo il periodo di prove il gruppo (con l'aggiunta del tecnico Piero Bravin) muove verso il Fono-Roma Sound Recordings di Cologno Monzese. La somiglianza nelle denominazioni dei due studi utilizzati da Lucio e da altri artisti della Numero Uno in quel periodo ha spesso dato origine a errate congetture. Cerchiamo pertanto di chiarire: il Fonorama è sito a Milano ed è di proprietà di Carlo Alberto Rossi sin dal 1958 (infatti l'attribuzione esatta è Fonorama C.A.R., dall'acronimo del nome del proprietario) ed è costituito da tre studi ricavati in un capannone, denominati A (quello più grande, oltre duecento metri quadri), B (più piccolo ma con apparecchiature più moderne, come ad esempio un monitoraggio con equalizzazione separata) e C.

Il primo studio era stato concepito per ospitare grandi formazioni, il secondo orchestre di medie dimensioni e il terzo ideato per i gruppi ed i piccoli complessi; la sala di regia dei tre studi era sopraelevata. Lucio vi registra per la prima volta nell'aprile del 1966 con i Campioni e vi torna diverse volte per realizzare alcuni provini rimasti inediti. Dal 1971 diventa uno degli studi più usati dagli artisti della Numero Uno, assieme a quelli della Fonit Cetra, al Sax Studio, allo studio della Phonogram e al Play-Co della Ri-Fi, tutti a Milano.

Gli studi Fono-Roma Sound Reconrdings S.r.l. sono invece parte di una struttura denominata Cinelandia, nata nel 1960 da un'iniziativa della Icet-De Paolis, con l'ausilio creativo della società di supporto sonoro e di doppiaggio Fono-Roma e della Gavioli (società di produzione pubblicitaria). L'idea è in effetti ambiziosa: creare un polo milanese (concentrato nella zona di viale Europa di Cologno Monzese) cinematografico-televisivo per sfidare lo "strapotere" di Cinecittà. Nel 1983 l'intera area viene acquistata da Silvio Berlusconi che trasforma i teatri di posa di Cinelandia nei primi studi televisivi Fininvest. Dal 1993 l'intera attività viene convogliata nel gruppo Mediaset che svilupperà via via gli studi di Cologno fino a renderli la prima realtà televisiva del nord Italia.

Tornando alle prove per Anima latina, alcuni arrangiamenti nascono durante le prove con l'apporto creativo dei musicisti, come già accaduto in precedenti dischi di Battisti. Ad esempio l'introduzione di Anonimo è stata originata da un'improvvisazione di tastiere (piano elettrico e sintetizzatore) tra Battisti e Maioli, mentre le code strumentali di Anima latina e di Macchina del tempo vedono impegnati alle percussioni Claudio Maioli, Bob Callero e lo stesso Battisti oltre a Dall'Aglio e a Lo Previte e forse a Massimo Luca. proprio Massimo Luca è il protagonista di un curioso, quanto geniale espediente per il finale di Due mondi: "Sul brano Due mondi Lucio desiderava un suono etnico, mi venne in mente la cetra. Mi recai di corsa alla Upim di piazza Loreto a Milano, non molto distante dallo studio Fonorama di Cologno e acquistai a poche lire una cetra Harbert per bambini, non prima di aver accertato la presenza di una chiavetta per accordare le corde. Feci ritorno in studio, accordai la cetra giocattolo con una accordatura "su misura" e mi inventai uno strano ma efficace arpeggio che suscitò l'ammirazione e la soddisfazione di Lucio" (Massimo Luca - 2007).

Le sezioni fiati sono tutte arrangiate e dirette da Claudio Pascoli, compresa la citazione bandistica de I giardini di marzo che si ascolta in Anonimo. proprio di Pascoli è l'ultima parte in assoluto registrata per il disco: l'assolo di sassofono in Abbracciala, abbracciali, abbracciati. In Due mondi Mara Cubeddu duetta con Batisti. La Cubeddu ricorda che sono stati eseguiti tre o quattro takes della parte vocale, tutti in diretta con due microfoni separati nella stessa sala.

Tornando all'apporto di Claudio Pascoli (specifichiamo che il sassofonista funge da vero e proprio assistente musicale), è praticamente l'unico musicista sempre presente in tutte le sedute di prova e di registrazione, gestisce i rapporti tra Battisti e gli altri musicisti e probabilmente collabora anche ai missaggi, effettuati al Mulino nell'ottobre 1974.

Le session di un disco importante e complicato come Anima latina hanno conosciuto però anche divertenti momenti di relax: "Durante la lavorazione di Anima latina io fui causa indiretta della slogatura di una caviglia di Lucio! In un momento di relax ci precipitammo tutti a giocare a pallone in strada fuori dallo studio, era una strada chiusa adibita solo al parcheggio... lanciai la palla a Lucio imitando Rivera e lui, pur di non mancarla mise il piede di appoggio tra il marciapiede e la strada! Ricordo bene cosa mi urlava mentre lo soccorrevano!" (Massimo Luca - 2007).

Con i primi giorni di agosto si sospendono le registrazioni del nuovo disco di Battisti e i musicisti vengono "messi in libertà" per circa un mese. Callero e Maioli vengono cooptati per nuove registrazioni da tenersi presumibilmente nei primi mesi del 1975. Dopo qualche giorno, tuttavia, Battisti torna al Mulino per missare ed editare il disco, e da subito comincia una serie di nuove registrazioni e di sovraincisioni che impegnano alcuni dei musicisti delle session principali (Massimo Luca, Callero e Dall'Aglio, che aveva già risuonato tutte le parti di batteria di Lo Previte e che reincide anche gran parte delle percussioni).

Alcune parti di archi elettronici e di tastiera, realizzate con il mellotron, e, rispettivamente, con l'ARP Odissey, sono suonate da un sedicente Gneo Pompeo. Non c'è nessun musicista con questo nome, e lo pseudonimo non è mai più stato usato in altri dischi. Eravamo giunti alla conclusione si trattasse di Gian Piero Reverberi che, chiamato da Battisti per "chiudere il disco" con sovraincisioni di archi (in Anima latina non viene usata l'orchestra), non abbia accettato di comparire nei crediti come semplice session-men. Raggiunto telefonicamente, Reverberi ha categoricamente smentito di aver partecipato ad Anima latina, aggiungendo che mai e poi mai avrebbe accettato di comparire con un nome come Gneo Pompeo. Alla fine siamo riusciti a scoprire, quasi casualmente, chi si nasconde dietro Gneo Pompeo. Il musicista, di notorietà internazionale, però non desidera essere collegato a quel disco e a noi non resta che rispettare la sua volontà.

Questa seconda fase di registrazioni si tiene al Mulino (ormai completato) mentre alcuni cori e gli interventi di Lavezzi e Radius ne La nuova America sono stati probabilmente registrati dopo l'estate al Mulino. Tutte le session vengono comunque ultimate in ottobre, quando l'album ha già un titolo (Anima latina) e copertina e busta interna già realizzate. Infatti, una prima scaletta del disco viene preparata alcune settimane prima della chiusura del disco e differisce leggermente dalla definitiva (Battisti decide all'ultimo minuto di inserire le riprese di Due Mondi e de Gli uomini celesti). Dato che i brani sono uniti fra loro senza soluzione di continuità, si rendono necessari dei nuovi missaggi, che allungheranno di due settimane la lavorazione modificando quanto riportato sulla busta (che non rispecchia quindi il reale contenuto del trentatré giri).

La prima stampa del trentatré giri è data novembre 1974. La successiva, datata dicembre 1974, rispecchia la prima tiratura con una piccola, sostanziale, differenza: sulla busta interna sono presenti il marchio Numero Uno e il numero di catalogo. La copertina, invariata nelle diverse ristampe, è di Caesar Monti, che coinvolge Dina Castigliego, la stessa modella presente sul primo album dei Flora Fauna & Cemento (Rock). Tra i bambini che le danzano attorno c'è anche lo sfortunato cantante Alessandro Bono, figlio di Riccardo Pizzamiglio, tecnico del Mulino, nonché tuttofare e archivista della Numero Uno.

Il disco, costato quarantasei milioni (cifra ragguardevole per i tempi), viene stampato dalla RCA nella tiratura iniziale prevista per ogni album di Lucio Battisti sin da Umanamente uomo: il sogno, ovvero duecentocinquantamila copie che stentano ad uscire dai negozi nelle prime settimane creando un certo allarme nei discografici. Nel tempo, come risaputo, questo diventerà uno dei suoi album più venduti o perlomeno uno di quelli con la maggior permanenza in classifica (sarà primo da sabato 14 dicembre 1974 al 16 marzo 1975, accumulando inoltre l'invidiabile record - per Lucio - di un anno e quattro mesi di permanenza ininterrotta in classifica).

Per promuovere ancor più l'album, viene pianificata la realizzazione di un singolo con Due mondi e Abbracciala, abbracciali, abbracciati: preparate le matrici del disco con versioni sfumate delle canzoni, se ne stampano alcune copie ufficiali e un numero più consistente di copie promozionali (con etichetta arancione) per juke-box. Quando Battisti scopre che sono state stampate copie per la normale diffusione, blocca la distribuzione del singolo, avendo dato l'assenso alle sole copie promozionali, vista la durata differente dei brani: per Lucio le canzoni dovevano apparire su tutti i supporti con identico minutaggio. Pertanto non viene realizzata neanche la copertina che, nel ricordo di Caesar Monti, avrebbe dovuto ricalcare quella dell'album.


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1 comentário


amicarita90
15 de set. de 2022

Pare che Vince Tempera abbia recentemente ammesso di essere stato lui a suonare le tastiere in Anima Latina sotto lo pseudonimo di Gneo Pompeo.

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