
Alberto Radius: "In quel periodo stavamo suonando in un locale di Milano, si chiamava Old Fashion, il locale dove venne poi a suonare Jimi Hendrix, era un posto molto grande, ed era arrivato in quei giorni un gruppo dal Canada che si chiamava Chriss and the Stroke, con una bella sezione di fiati tipo Blood, Sweat & Tears, e fu proprio la loro sezione di fiati ad essere chiamata in studio da Lucio Battisti a suonare su Mi ritorni in mente, e mi ricordo in particolare di quella lunga frase melodica discendente che c'è poco prima del finale.
Non è che qua non ci fossero i sassofonisti, però loro avevano un modo di mettere le armonie caratteristico, insomma il loro sound era originale.
Allora era tutta una scoperta, il bello era proprio questo, che magari ti inventavi un'idea di arrangiamento o di sonorità ed era subito una trovata. Era meglio una trovata che una copiatura di un altro, infatti noi non cercavamo mai di copiare, per carità. L'influenza andava bene ma la copiatura mai. Su Mi ritorni in mente io suonavo l'elettrica, e quella frasetta che faccio con la chitarra nell'inciso, dopo che Lucio canta "Quella sera ballavi insieme a me e ti stringevi a me" l'ho fatta usando un bicchiere e strisciandolo sulle corde, come se fosse una chitarra hawaiana ma un pò distorta, e anche quella era una trovata.
Battisti era molto bravo a capire il sound del momento, al quale poi univa quelle grandi melodie che scriveva, e infatti i musicisti che utilizzava nelle sedute di registrazione erano tutti musicisti di estrazione rock, con un sound di gruppo alle spalle, prima col nucleo dei Ribelli, poi con i Quelli e la Formula 3, e secondo me è riuscito a fare l'unico vero rock italiano che dopo venticinque anni lo senti e ancora ti piace".
(da "Pensieri e parole" di Luciano Ceri, 1996)
Arrangiamento perfetto su una canzone meravigliosa